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Uno squalo femmina si aggira nel panorama musicale italiano da qualche settimana e fa paura

Ricerca di stile, testi diretti e incazzati, suoni studiati che ammiccano alla scena internazionale, quella che in Italia arriverà tra qualche anno, musicisti con maschere e ballerine sul palco.

AvA la madre degli squali e regina del moombahton
AvA la madre degli squali e regina del moombahton

Uno squalo si aggira sinuoso nelle acque chete della musica italiana e a colpi di coda sposta chi si trova davanti senza distinzioni. Che siano cantautrici chitarrina e testi melensi (che tanto si somigliano tra loro) o indie rockers che ce l'hanno con la trap, a lei non importa. Meglio lasciarla passare.


Trovare spazio nella provincialissima Italia musicale (le cui classifiche sono dominate dai maschi) è di per sé già difficile. Se non hai i soldi di mammina e papino, se non c’è un discografico alle tue spalle che ti comanda a bacchetta, (dire, fare, ballare…), lo è ancor di più.

Figuriamoci se fai tutto da sola, scrivi i testi, gli accordi, scegli il groove. Se sei una donna.


Lo squalo in questione è AvA. Alle spalle anni di esperienza sui palchi e festival di mezza Italia, AvA non si è fatta mancare mai nulla: ha scritto persino una web serie, al femminile, ovviamente.

Eh si. Perché il suo punto di vista sul mondo è - assolutamente - quello di una donna, anzi di una femmina.

Rinunciare alla 'rima cuore-amore' non è facile.

Ma ancora meno facile affrontare temi delicati e scomodi. Come quello della violenza domestica di un padre su una figlia perché lesbica.

O raccontare di come il maschio 2.0, (titolo di un singolo della vita artistica passata di AvA) ricco, viziato e cacciatore, lasciata la mogliettina a casa, possa diventare egli stesso preda, oggetto sessuale, sollazzo di una donna in un gioco delle parti inaspettato.

Ma questo accadeva già qualche tempo fa.


Ora Ava si spinge ancora più avanti: è lei (donna) il capo che detta le regole.

Parlando di sé, delle proprie esperienze di donna self-made, AvA sbeffeggia i maschi che tengono di più al Rolex che alla moglie, i raccomandati, i figli di papà, i mammoni, quelli che si riempiono la bocca di perbenismo, che si sentono grandi, ma che in fondo in fondo, non vedono l’ora di farsi comandare (da una donna, ovviamente.).


Non a caso il secondo singolo pubblicato giusto un mese fa, il cui video ha già superato le 100mila views su Youtube, si chiama 'Adesso il capo sono io'.

Il sound moombahton, già presente nel primo singolo, qui ancora più marcato, intreccia elettronica, Hip-Hop, tribal e latin house. Il testo attacca con ironia un caposaldo della cultura maschilista: l'assioma il capo/maschio e ribalta i ruoli, per cui ora è la donna - squalo a cacciare.

AvA - ADESSO IL CAPO SONO IO



E mentre i ragazzini e le ragazzine ballano sui ritmi moombahtone e afro-trap che infuocano le dance hall di mezzo mondo, noi qui cerchiamo di farci venire in mente una qualche artista italiana cui paragonare la musica e la presa di posizione di AvA. E aspettiamo il suo prossimo singolo previsto per settembre.

‘’La musica di AvA è il manifesto della ribalta personale a discapito di una società che ci vorrebbe inermi, disillusi e arresi all’impotenza. Soprattutto se nasci donna.”

Donna, squalo, (felicemente) incazzata.

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