Primavera Sound. 2019: l’anno della rivoluzione rosa
- Valentina Colombi
- 25 mar 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 11 lug 2019
Gli organizzatori di uno dei più importanti festival di musica del mondo, lo avevano annunciato: il Primavera Sound di quest’anno sarà il festival della parità di genere.

Saranno, infatti, in numero uguale a quello dei colleghi maschi, le artiste che saliranno sul palco dell’evento musicale che ogni anno raduna oltre 300.00 persone sul lungomare di Barcellona in una tre giorni di musica ed eventi, praticamente non-stop. Marta Pallarès, responsabile della comunicazione del festival, spiega: “È da tempo che lavoriamo a questa idea. In tutto il mondo nel 2018 si è parlato molto di parità e abbiamo deciso di dare un contributo a modo nostro.’’. E questa scelta porta con sé una rivoluzione nella rivoluzione: la massiccia rappresentanza di artisti provenienti dalla Black music. R&B e Rap in primis, dove è forte la presenza di donne, molto di più rispetto al Rock, genere tradizionalmente dominato da nomi maschili. Qualcuno, a tal proposito, ha storto il naso quando, nel dicembre scorso, è stata annunciata la line-up dell'evento. Non per la massiccia presenza di donne, è chiaro, ma per il fatto che all’interno della 19esima edizione del festival spagnolo, siano letteralmente spariti i grandi nomi del Rock e dell’Indie per lasciare spazio ad artisti e artiste che rappresentano generi musicali sicuramente più vicini al pubblico giovanile.
E se è vero che il pubblico del Primavera è costituito per metà da donne e che quindi avere un numero identico di artisti e artiste in cartellone, sembra essere una scelta politica importante, forse è altrettanto vero che il fatto di rivolgere lo sguardo ai mondi paralleli di generi altri rispetto al Rock, potrebbe essere letta come una mossa di marketing degli organizzatori per avvicinare le nuove generazioni che di pane e Trap si nutrono, al festival che il prossimo anno compirà 20 anni. Ma anche se così fosse a noi l’idea non dispiace affatto.
‘’Quando ci siamo riuniti con le agenzie di booking, non abbiamo fatto fatica a tirar fuori diversi nomi femminili. Il Rock è tradizionalmente dominato dai nomi maschili, ma in altri generi, come l’Elettronica, l’R&B e il Rap, c’è una forte presenza di donne.” continua Marta Pallarès. E quindi sono i nomi di artiste come Cardi B, la regina indiscussa della Trap statunitense, Solange, sorella di Beyoncé, Erykah Badu, rappresentante del Nu-soul e la star della musica spagnola Rosalía a spiccare nel programma. E poi ancora Future, uno dei più famosi esponenti statunitensi della Trap, Nas, nome che ha fatto la storia dell’hip hop newyorchese, Kate Tempest, la rapper bianca che usa le parole come fossero pallottole di una mitragliatrice, ma anche artisti più di nicchia come Danny Brown, 070 Shake e la rapper femminista di origini portoricane Princess Nokia.
Princess Nokia - Kitana Forse la scelta più discussa riguarda quella del programma Urban che porterà sul palco del Primavera un artista da 28 milioni di followers su Instagram, il colombiano J Balvin che ben rappresenta un genere in lingua spagnola, che negli Stati Uniti mescolando Reggaetton, Pop e Rap sta facendo una grandissima concorrenza alla musica in lingua inglese, con numeri impressionati di visualizzazioni su YouTube o ascolti su Spotify.
Certamente a ben guardare ci sono ancora band ‘rock’, a cominciare dai Tame Impala che presenteranno nella tre giorni di musica, il nuovo album, passando per Interpol, Primal Scream, Suede, fino ad arrivare a Stephen Malkmus & The Jicks. ‘'Per colpa della Brexit’’ dicono gli organizzatori ‘’Quest’anno il festival prevede un forte calo di presenze di inglesi sia tra il pubblico che tra gli artisti’’, ma, in generale, è evidente il cambio di rotta della direzione artistica del Primavera Sound.
Un cambio di rotta rivoluzionario: donne spesso afroamericane, incazzate e femministe o trapper che ti sputano in faccia il loro veleno nei testi delle canzoni, con la stessa facilità con cui sculettano al vento nei video. Anche la scelta degli organizzatori sulle rappresentanti dell’Italia aggiunge un tassello e completa il quadro del Primavera come 'non-rock-oriented': LNDFK, al secolo Linda Fechi, nata in Tunisia e cresciuta a Napoli, attualmente di stanza a Milano, producer, songwriter e stimata cantante Nu-soul e Caterina Barbieri, classe 1990, compositrice italiana di musica elettro-acustica di base a Berlino, il cui nome campeggia in molti dei festival più importanti d’Europa. Primavera a parte, la Barbieri è attesa al Sonar e al Terraforma di Milano, festival che ha annunciato, peraltro, la presenza di un mostro sacro della musica sperimentale: Laurie Anderson. In ultimo nomi in cartellone come quello di Sophie, la producer visionaria che vanta collaborazioni con Madonna, della regina della Techno Nina Kraviz, o la presenza di Neneh Cherry, cantante e rapper svedese con milioni di dischi venduti all’attivo, segnano la svolta del festival che si terrà dal 30 maggio al 1° giugno prossimi: ancora donne e ancora artiste lottane anni luce dal Rock.
PRIMAVERA SOUND 30 maggio - 1 giugno 2019 Parc del Fòrum Carrer de la Pau, 12, 08930 Barcellona (SPA)
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