Il “Kultural Impakt” delle Opa Opa tra Serbia e Albania. Le invasioni balcaniche conquistano Roma
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- 19 mar 2019
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 22 mag 2019
La nostra intervista alle poliedriche artiste Jonida Prifti e Iva Stanisic
1. Quali sono i vostri paesi d'origine?
Jonida: Albania
Iva: Serbia
2. Quali sono stati i vostri percorsi della vita prima di conoscervi?
Jonida: Cercherò di raccontare gli avvenimenti più importanti. Fino all’età di 19 anni ho vissuto in Albania (Orizaj-Berat). Vivere in Albania in quel periodo era particolarmente difficile: dopo circa 45 anni di chiusura totale verso il mondo esterno, nel 1991 è caduto il regime dittatoriale comunista di Enver Hoxha e nel 1997 è iniziata una guerra civile che ha portato devastazione e distruzione in tutto il Paese. Spinta da queste vicende, a settembre del 1997, mia madre ha deciso di emigrare clandestinamente verso l’Italia (Velletri), nella speranza di un futuro migliore. Poi nel 2000 mia sorella, io l’anno dopo, mio fratello e infine mio padre l'abbiamo raggiunta. Appena arrivata a in Roma mi sono iscritta a Lettere e Filosofia alla Sapienza. Ho ottenuto una borsa di studio e un alloggio nella Casa dello studente. Così mi sono laureata in “Letteratura e Lingua. Studi Italiani ed Europei”. Durante la mia carriera universitaria ho avuto modo di conoscere molta gente come Andrea Noce, Luca Tedesco che mi hanno fatto conoscere locali underground come il Traffic, il Fanfulla e altri. Nel 2008 ho creato il duo di poesia sonora Acchiappashpirt insieme a Stefano Di Trapani e pubblicato il mio primo libro di poesie dal titolo “Çengel” (Gancio – Ogopogo ed.). Parallelamente agli studi, la borsa di studio, le poesie, ho sempre avuto un lavoro di riserva per mantenermi, perché i miei genitori non erano in grado economicamente. Nel 2010 subito dopo la mia laurea, ho conosciuto Iva. Ci siamo conosciute al Fanfulla, tramite Stefano Di Trapani che da tempo mi incoraggiava a conoscerla. Dal momento in cui ci siamo presentate non ci siamo più divise e quindi abbiamo pensato di mettere a frutto le nostre origini e le nostre storie per esprimerle attraverso la creatività.
Iva: Sin dall’infanzia ho dovuto subire il distacco dalla mia cultura nativa e il doversi adattare a nuove realtà perché, per via del lavoro dei miei, facevo avanti e indietro tra l’Africa e la Yugoslavia, cambiando spesso scuola, casa, lingua. In Italia sono arrivata negli anni novanta, a 16 anni da clandestina, nel momento in cui il mio paese era in uno dei peggiori periodi della propria storia ovvero la guerra civile Yugoslava. I miei genitori erano venuti un anno prima, perché mio padre era stato mobilitato per andare sul fronte e avendo rifiutato è emigrato in Italia, a Roma. Ho finito le superiori e sono andata via di casa a 18 anni. Subito dopo è iniziato per me un percorso tortuoso e inaspettato, trovandomi spesso in situazioni al limite della sopravvivenza, anche perché i miei genitori non erano in grado di aiutarmi economicamente. Frequentavo “Antropologia” all’Università La Sapienza, parallelamente frequentavo una scuola di disegno e diversi lavori per mantenermi. Nonostante disegnassi fumetti e illustrazioni, ho sempre avuto una passione smisurata per la musica, grazie a mia madre che suona il pianoforte e a mio padre appassionato di vinili, ma soprattutto per via della scena musicale 'alternativa' di Belgrado. A Roma sono entrata in contatto con diverse realtà underground della città, frequentando i centri sociali e diversi locali. Verso i 20 anni ho iniziato a suonare da autodidatta il pianoforte e le tastiere e dopo un po’ di tempo ho fondato diversi gruppi tra cui uno anche con Lady Maru (Le Truc und die Maschine). Parallelamente a queste attività facevo i miei brani da solista e nel 2010 è maturato il mio progetto “Yva & The Toy George”. Lo stesso anno ho conosciuto Jonida che è arrivata nel momento giusto, era da tanto che desideravo un’amica come lei!

3. "Opa Opa Invasioni Balcaniche" esistono ormai dal 2011, come è nata l'idea di creare un progetto insieme?
Jonida & Iva: Ci siamo incontrate tramite amici ed è nata subito un’intesa e una curiosità reciproca. Abbiamo iniziato a raccontarci le nostre vicissitudini e ci siamo rese conto che avevamo molto in comune, sia come percorso di vita, essendo entrambe immigrate, sia come background culturale. Conoscevamo poco le nostre rispettive culture e ci siamo rese conto di quanto fossero in realtà simili nelle usanze, nel linguaggio e nella musica. Eravamo entrambe stanche dei soliti cliché che spesso vengono attribuiti alle persone dell’Est. Volevamo dare una risposta a tutto ciò attraverso la musica e il nostro modo di essere “balcanico”, come se fosse un riscatto.
4. Siete molto impegnate e contemporaneamente avete anche altri progetti, Jonida con "Acchiappashpirt" (poesia sonora) e Iva con "Yva & The Toy George" (elettronica, pop). Su quali altri progetti state collaborando attualmente?
Jonida: Recentemente è uscito l’album di Acchiappashpirt “Liri SM” (Canti Magnetici), il progetto di poesia sonora che ho con Stefano Di Trapani. A breve uscirà anche l’album di esordio del duo “J A “che ho con Andrea Noce dal titolo “Orga”. Attualmente sto collaborando con l’Università IUAV di Venezia per una serie di giornate di studio con gli studenti sulla poetessa italiana Patrizia Vicinelli, che è stata anche argomento della mia tesi di laurea. Insieme a Donatella Della Ratta con cui ho il progetto di poesia e performance dadaista “Alfabeti Barbarici”, stiamo realizzando il video “Medusa”, in collaborazione con l’attrice americana Nicole Coffineau. In pentola bolle un nuovo progetto tutto al femminile insieme alla poetessa, scrittrice e critico letterario, oltre che carissima amica, Gilda Policastro.
Iva: Di recente è uscito il mio secondo album solista “Slavia Divinorum” (Mascom Records) e anche un brano inedito e video che ho girato con il regista serbo Sinisa Dugonjic – “Crne Pare”. Collaboro con la musicista colombiana “La Terrorista del Sabor” con la quale abbiamo fatto un video “D-Tonatoras” realizzato da Marco G. Ferrari. Sto anche lavorando sulla colonna sonora per un documentario sugli artisti in Palestina di Sergio Lo Cascio. Ultimamente ho anche ripreso a disegnare sotto il nome di Yva Martz, attività che in realtà è la mia formazione di base, avendo frequentato una scuola di fumetti.
5. Come è stata l'esperienza della vostra esibizione in Serbia e la partecipazione in un programma televisivo albanese?
Jonida & Iva: Da quel che ne sappiamo siamo forse l’unico duo serbo-albanese attualmente attivo. Questo è dovuto al fatto che i nostri due paesi sono storicamente in conflitto, per questioni di territorio e di confini, ma non solo. Come tu ben sai, è una storia lunga, e dati gli episodi di xenofobia presenti nei nostri rispettivi Paesi, eravamo preparate a una valanga di critiche. Invece, a differenza di quello che ci aspettavamo, abbiamo suscitato curiosità, coinvolgimento e ricevuto molti feedback positivi. Le domande che ci sono state poste dai giornalisti albanesi come Aida Tuci, Eno Popi e Suadela Balliu ci hanno fatto riflettere e apprezzare di più la nostra unione. Colgo l’occasione per ringraziarli visto che loro sono stati i primi a invitarci nei loro programmi televisivi nazionali albanesi e a mostrare interesse sin dal principio. A Belgrado invece, siamo andate per due ragioni: la prima girare il documentario “Turbotronik” di Stevan Spasic per VICE Serbia sui musicisti underground che mischiano musica elettronica, folk e turbofolk balcanica, la seconda per suonare live per il capodanno serbo organizzato da un gruppo di amici artisti che gestiscono lo spazio culturale “Matrijarsija”. È stato un successo!
6. Avete partecipato in diversi festival ed eventi come ad esempio “Kiss&Go” (Istituto Svizzero), “Villa Ada Incontra il Mondo”, “Short Theatre” (Macro – La Pelanda) e suonato in molti locali tra cui Ex Dogana, Fanfulla 5a e 30 Formiche. Quali di queste esperienze vi ha lasciato un'emozione ''particolare''?
Iva & Jonida: Sono state tutte esperienze gioiose e gratificanti, ma c’è un posto, in particolare, a cui siamo molto legate affettivamente: il “Fanfulla”, luogo in cui è fermentato il nostro progetto.

7. Siete state le protagoniste con altre artiste - tra cui LolaKola, Maria Violenza, Ladi Maru, Lilith Primavera, Silvia Calderoni, Federica Tuzi - del docufilm "LINFA"sulla scena musicale underground femminile di Roma Est. Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
Jonida & Iva: Cogliamo l’occasione per ringraziare Carlotta Cerquetti per la sua grinta e fiducia in questo bellissimo progetto, il quale ci ha dato modo di venire a contatto non solo con persone che conoscevamo solo di nome, ma anche di incontrare artiste del nostro stesso giro. “Linfa” è un gruppo vitale, è una rete reale dove le nostre creatività trovano una giusta connotazione spaziale, perché ci ha dato la possibilità di esprimere il nostro EST-RO e di conoscere persone simili a noi, in quanto figlie dello stesso disagio e stupore per la vita.

8. "Linfa" è stato proiettato al Festival di Cinema di Roma la stessa sera in cui è stato consegnato il Premio alla Carriera a Martin Scorsese. Cosa vi passava nella mente sulla passerella del red carpet?
Jonida & Iva: Stavamo architettando un piano per rubargli il premio, ma poi ci siamo ubriacate di raki e rakija.
9. Il vostro brano "Vandal" (Buongiorno Italia - Filibusta Records) è stato scelto per il film "Normal" presentato al Berlinale il Film Festival Internazionale di Berlino nel febbraio scorso. Opaaa! Il red carpet con "Linfa", la soundtrack del film "Normal", qual'è il vostro next step?
Jonida & Iva: Bollywood!!!
10. Praticate lo Yoga?
Jonida & Iva: No, noi siamo Army.
11. Sono una vostra fan. Mi regalate una maglietta delle Opa Opa?
Jonida & Iva: Noi te la vorremo regalare volentieri, è solo che devi aspettare un pochetto perché ci hanno rubato le nostre maglie durante l’ultimo live, all’Angelo Mai, ma intanto se vuoi compraci, siamo in vendita. (risata!)
OPA OPA - Kultural Impakt - Official Video
Cosa vuol dire ''Opa''? In quasi tutti i Paesi Balcanici esprime sorpresa e felicità. Nei festeggiamenti quando si balla, brindando o meno, si dice Opaa! Anche quando non ti aspetti qualcuno... L’origine precisa dell'espressione è sconosciuta. Un'ipotesi è che derivi da Opi, divinità arcaica romana, personificazione della Terra e dispensatrice dell'abbondanza.
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