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L’Italia non è un Paese per donne?

Aggiornamento: 17 giu 2019

È di Vincenzo Barone, rettore della Normale di Pisa, l’ultima voce ad unirsi al coro di denuncia sulle difficoltà che le donne incontrano in Italia nel fare carriera all'interno del mondo accademico.

Nobel Prize Winner Donna Strickland “Pushing The Innovation Envelope”
Nobel Prize Winner Donna Strickland “Pushing The Innovation Envelope”

Barone in un’ intervista al Quotidiano Nazionale spiega: "Si parla di tutto meno che di preparazione, merito e competenze, che dovrebbero essere i soli criteri per valutare un accademico" E denuncia che spesso si tratta "di calunnie belle e buone, con l'aggiunta, come accaduto in anni recenti, di lettere anonime e notizie false diffuse ad arte. Anche Flaminia Saccà, ordinario di Sociologia dei fenomeni politici e presidente del corso di laurea SPRI all’Università della Tuscia denuncia:“Quando qualcuna ce la fa scatta l’ostracismo, più o meno virulento. Lettere anonime, malignità sui giornali, basse insinuazioni”.

Le lettere anonime indirizzate alle donne accademiche italiane sono piene di commenti offensivi, con espliciti riferimenti sessuali, volgari e diffamatori, per di più falsi e attacchi alla sfera privata

Se le donne sono il 58 per cento dei laureati, il 52 per cento dei dottori di ricerca, il 42 per cento dei ricercatori, la percentuale scende drasticamente quando si parla di ‘’posti di comando’’ soltanto il 36 per cento dei professori associati e solo il 23 per cento degli ordinari infatti sono donne. Un esempio? Donna Strickland, premio Nobel per la fisica proprio quest’anno, è professoressa associata e non ordinaria.

Una possibile soluzione parlando della presenza delle donne all’interno del Politecnico di Milano la indica Donatella Sciuto, professore ordinario di Architettura dei calcolatori e sistemi operativi, nonché prorettore vicario del Politecnico e consiste in programmi mirati come il POP (Pari Opportunità Politecniche) per rafforzare la presenza delle donne all'interno delle aule.

''Se le università sono laboratorio del sapere e culturale, almeno qui tale dibattito non dovrebbe persistere, ma dovrebbe lasciare spazio ai cervelli, maschili e femminili, indistintamente, di lavorare” Anna Gervasoni (LIUC - Università Cattaneo)

E poi c’è anche chi ce l’ha fatta, come Anna Gervasoni, 48 anni, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la LIUC - Università Cattaneo: ’'Oggi sono membro del consiglio accademico della Liuc - Università Cattaneo dove siamo ben rappresentate in quanto un terzo del corpo in consiglio è donna, (2/6 membri totali)'', o come Annalisa Pastore, prima donna ad ottenere la cattedra Scienze della Normale, dopo 208 anni di predominio maschile.


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